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dai GIORNALI di OGGI

Polemica tra Marchionne e il responsabile Ue all'Industria. Tremonti:

silenzio è d'oro Fiat diventa un caso a Bruxelles

Anche il governo contro il commissario

Verheugen: "Dove sono i soldi per comprare Opel?". Duri Berlusconi e Frattini: "Interferenza grave".

Il portavoce: "Forse è stato frainteso"

2009-04-24

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

Dal sito del il SOLE 24 ORE

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2009-04-22

CORRIERE della SERA

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2009-04-25

parla il portavoce del presidente della commissione europea

Fiat-Opel, Barroso: saremo imparziali

Chrysler, ok dal sindacato canadese

"Le soluzioni vanno esaminate in modo aperto e costruttivo". Raggiunto l'accordo con la Caw

BRUXELLES (BELGIO) - "Se la Commissione europea fosse coinvolta nell'esame dell'operazione Fiat-Opel, il presidente dell'esecutivo Ue Josè Manuel Barroso garantirà un approccio collegiale e corretto da parte di tutta la commissione. Nel corso di tutto il suo mandato, la Commissione, cosciente dell'importanza economica e sociale dell'industria dell'automobile in Europa, si è impegnata in favore dell'avvenire di questa industria": lo afferma il portavoce della Commissione Ue Johannes Laintemberger, interpellato a proposito delle dichiarazioni fatte venerdì dal Commissario Ue all'industria, il tedesco Guenter Verheugen sull'eventuale operazione Fiat-Opel, che hanno suscitato le vive proteste della Fiat e dell'Italia.

CONSENSO - "C'è un consenso all'interno del collegio dei commissari che in un momento di crisi economica e finanziaria attuale, tutte le piste di soluzione devono essere esaminate in modo aperto e costruttivo. Come ovvio, questo esame incombe prima di tutto alle parti interessate", chiarisce oggi Laitenberger.

CONTRARIO IL GOVERNATORE DELL'ASSIA - Riguardo al possibile ingresso della Fiat nel capitale della Opel (General Motors), il governatore dell'Assia Roland Koch (Cdu) ha ribadito la sua contrarietà. Intervistato dal quotidiano Hamburger Abendblatt, Koch, che guida il Land dove si trova il quartier generale della controllata Gm, ha detto che la "Fiat ha problemi simili a quelli della Opel", sottolineando che anche Torino "dovrà ridurre la capacità per sopravvivere". Prima di un'eventuale acquisizione, ha aggiunto, "la Fiat dovrebbe dissipare i dubbi che sarà solo la Opel a pagare".

SALVATAGGIO CHRYSLER - Intanto è accordo fatto tra la Chrysler e il sindacato canadese CAW per l'abbattimento del costo del lavoro, nell'intento di salvare la casa automobilistica dalla bancarotta. Lo hanno riferito fonti del sindacato. L'accordo, che sarà sottoposto al giudizio dei lavoratori nel prossimo fine settimana, è una delle molte intese che la società dovrà raggiungere entro la prossima settimana per guadagnarsi nuovi aiuti dal governo americano ed evitare la liquidazione. "I rappresentanti della Chrysler - ha detto il leader sindacale Ken Lewenza - ci hanno detto che non ci sono ancora tutti i numeri per evitare il fallimento. Perciò facciamo appello a tutti gli azionisti negli Stati Uniti - ha aggiunto - perché i sacrifici siano equamente distribuiti". La Chrysler, che ha continuato a produrre fino all'inizio dell'anno grazie ad un prestito da 4 miliardi di dollari da parte del governo Usa, ha tempo fino alla fine di questo mese per siglare l'alleanza con la Fiat e ottenere concessioni dai propri creditori e sindacati, pena un taglio dei finanziamenti governativi.

 

25 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

2009-04-24

Polemica tra Marchionne e il responsabile Ue all'Industria. Tremonti: silenzio è d'oro

Fiat diventa un caso a Bruxelles

Anche il governo contro il commissario

Verheugen: "Dove sono i soldi per comprare Opel?". Duri Berlusconi e Frattini: "Interferenza grave". Il portavoce: "Forse è stato frainteso"

Il commissario Ue Guenter Verheugen

Il commissario Ue Guenter Verheugen

TORINO - L'interesse di Fiat per la casa tedesca Opel diventa un caso politico. Alle parole del commissario Ue all'Industria e vicepresidente dell'esecutivo europeo, il tedesco Guenter Verheugen, che ha definito Fiat un gruppo "altamente indebitato" e si è chiesto dove Torino "trovi di soldi" per operazioni così importanti, hanno prima risposto l'ad del Lingotto, Sergio Marchionne, e poi il ministro degli Esteri, Franco Frattini che ha parlato di "inaccettabile interferenza", seguito dal premier Silvio Berlusconi, e dal leader degli industriali Emma Marcegaglia. Dichiarazioni che hanno fatto salire ulteriormente la tensione nel triangolo che va da Bruxelles, a Torino fino a Roma.

BERLUSCONI E FRATTINI - "È meglio che non commenti, ha già parlato Frattini. Sono in totale sintonia con quello che ha detto il ministro" ha spiegato Berlusconi. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, come detto, aveva parlato di "inaccettabile interferenza" e aveva mostrato "viva sorpresa" per le dichiarazioni del commissario Ue. Si tratta, ha detto Frattini, di una "interferenza nelle scelte industriali di soggetti privati, tanto più inaccettabile in quanto una delle aziende in questione è della stessa nazionalità del vice presidente della Commissione". E Frattini è andato anche oltre: "Spero che il presidente della Commissione" europea, Josè Manuel Durao Barroso, "vorrà smentire" le "improprie dichiarazioni" del vicepresidente.

LA REPLICA - La battuta di Verheugen ha provocato un vero e proprio caso e un vespaio di reazioni da parte italiana. Alla fine di una giornata tesa è arrivata una precisazione del portavoce del commissario Ue, che dichiarava: "Non capiamo davvero tutte queste reazioni. Forse sono solo il frutto di un grande fraintendimento. Quello che il commissario voleva dire è che è presto per giudicare, servono maggiori informazioni sull'operazione".

TENSIONE BRUXELLES-TORINO - Sarà, ma intanto la tensione era ormai già alta. Il commissario Ue aveva espresso forte scetticismo rispetto alle indiscrezioni sul possibile interesse di Fiat per la tedesca Opel: "Dove trovano i soldi?" aveva detto Verheugen parlando a una radio tedesca, definendo Fiat un gruppo "fortemente indebitato". E si era chiesto "dove questa società trovi i mezzi per portare avanti allo stesso tempo due operazioni di questo genere", riferendosi al progetto di ingresso nel capitale dell'americana Chrysler e del pacchetto di maggioranza della tedesca Opel. In ogni caso, aveva concluso Verheugen, anzitutto "provo un senso di sorpresa": la Fiat è un concorrente diretto della Opel ed "è un costruttore d'auto europeo che non gode della salute migliore".

MARCHIONNE - Stizzita la replica di Sergio Marchionne, ad della Fiat: "Dal commissario responsabile per l'impresa e l'industria mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull'industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere".

"NESSUNA SCORTESIA" - Dopo la secca risposta dell'ad del Lingotto, il commissario Ue aveva voluto controreplicare, smentendo di essere contrario a un possibile interesse della Fiat per la tedesca Opel. Ma - ha aggiunto - "esistono ancora troppe questioni aperte". Verheugen ha precisato di non avere avuto intenzione di "essere scortese", ma che sulla potenziale operazione vorrebbero "saperne di più". Per poi concludere: "È ancora troppo presto per giudicare", ha concluso.

SCAJOLA - Sul caso è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che ha giudicato "inaccettabili e del tutto fuori luogo" le parole del commissario Ue. "Capisco - ha detto il ministro - che per un politico tedesco può essere fastidioso dover accettare l’aiuto di una impresa italiana come Fiat per salvare un’impresa tedesca, ma quelle dichiarazioni sono inaccettabili e del tutto fuori luogo".

MARCEGAGLIA - "Se quello riportato corrisponde a quanto effettivamente detto dal commissario Ue, credo sia un atteggiamento grave, che in un certo senso distrugge l'Europa", ha inoltre commentato il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Questo rappresenta il "caso in cui a dichiarazioni altisonanti contro il protezionismo corrispondono poi atteggiamenti che proteggono le aziende del proprio Paese", ha aggiunto Marcegaglia, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa al G8 delle imprese a Santa Margherita di Pula, in provincia di Cagliari.

FIAT: NESSUNA OFFERTA - Polemiche a parte, il Lingotto ha smentito che sia stata predisposta un'offerta per la casa tedesca: "Fiat - recita una nota del gruppo emessa su richiesta della Consob - non ha al momento predisposto alcuna offerta per l'acquisizione di quote di partecipazione in Opel". "È peraltro noto - si legge nel comunicato - che nell'attuale contesto competitivo la società, così come gli altri concorrenti, esamina ogni opportunità delle più varie forme di accordi per ottenere sinergie produttive e accedere a nuovi mercati".

TREMONTI: ACCORDO CON CHRYSLER FANTASTICO - "Il silenzio è d'oro" è invece la risposta di Giulio Tremonti al commissario Ue. L'ipotesi Opel è stata indirettamente bocciata anche dal ministro dell'Economia, che ha dichiarato che un accordo con l'emericana Chrysler "sarebbe una cosa fantastica". A Washington per il G7 finanziario, il ministro è stato intervistato dal Tg3 e ha detto che il Canada "vede molto bene l'accordo con Fiat e lo vediamo bene anche noi. Un accordo avrebbe un grande effetto positivo... Dopo che ci hanno sempre detto che le nostre macchine partono a spinta".

CHRYSLER VERSO BANCAROTTA PILOTATA - Intanto, Chrysler si starebbe preparando a chiedere la protezione dai creditori già la prossima settimana, che venga raggiunta o meno un'alleanza con Fiat. Secondo il Wall Street Journal il ricorso al "Chapter 11", cioè a una procedura di bancarotta pilotata, permetterà a Chrysler di liberarsi di alcune voci di bilancio in passivo, permettendo così a Fiat di scegliersi le parti più appetitose e redditizie della casa automobilistica.

24 aprile 2009

 

 

 

"andiamo avanti a cercare alleanze"

Marchionne: "Nessun ostacolo

all'operazione tra Fiat e Chrysler"

L'ad: "Vantaggi reciproci. Opel? Non c'è niente di stabilito". Primo trimestre, perdita netta di 411 milioni

Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne (Marka)

Luca di Montezemolo e Sergio Marchionne (Marka)

TORINO - "Confermo che Fiat continua la sua politica di cercare alleanze e confermo di non vedere ostacoli al raggiungimento di un'intesa con Chrysler. È la nostra priorità". Sergio Marchionne, rispondendo in conference call alle domande degli analisti, ha spiegato "i vantaggi reciproci" legati all'operazione: "Portiamo sufficiente tecnologia a Chrysler - ha affermato l'amministratore delegato - per avere in cambio una quota del costruttore". "Abbiamo parlato molto con il governo Usa e tutte le parti coinvolte in Chrysler", ha proseguito, escludendo che Fiat metta soldi in Chrysler. "Non ci siamo impegnati a darle cash, a concederle un sostegno finanziario", ha detto.

IL MASSIMO - Nella trattativa ancora in corso per l'accordo, che l'amministratore delegato di Fiat ha definito "una pietra miliare nel panorama di un settore che sta rapidamente cambiando", Marchionne ha poi assicurato che cercherà di "ottenere il massimo sia per Fiat che per Chrysler". L'accordo, che deve essere firmato entro la fine di aprile, prevede che la società torinese acquisisca un iniziale 20% che potrà essere aumentato fino al 35% se saranno raggiungi alcuni specifici obiettivi; inoltre è prevista una call option su un ulteriore 16% da esercitare entro 7 anni. Fiat non potrà avere il controllo di Chrysler fino a quando il prestito del Tesoro americano non sarà interamente rimborsato.

CHRYSLER VERSO BANCAROTTA PILOTATA - Intanto, Chrysler si starebbe preparando a chiedere la protezione dai creditori già la prossima settimana, che venga raggiunta o meno un'alleanza con Fiat. Secondo il Wall Street Journal il ricorso al "Chapter 11", cioè a una procedura di bancarotta pilotata, permetterà a Chrysler di liberarsi di alcune voci di bilancio in passivo, permettendo così a Fiat di scegliersi le parti più appetitose e redditizie della casa automobilistica.

OPEL -Interpellato sulle indiscrezioni di stampa relative a un interesse di Fiat per Opel (gruppo General Motors), Marchionne ha spiegato di non dover annunciare nulla: "Non c'è niente di stabilito. Non abbiamo colloqui diretti con Opel". Marchionne ha ribadito che, considerando lo "squilibrio strutturale tra domanda e offerta a livello mondiale, è necessario un riallineamento" nel settore, che è "un processo di adeguamento molto doloroso. Fiat farà parte del consolidamento in atto. Siamo aperti a abbiamo dialoghi con tutti i costruttori" per raggiungere "un volume minimo di 6 milioni di unità".

"VICINA A OPEL" - La notizia di un interessamento a Opel era rimbalzata dalla Germania: a scriverlo è il settimanale tedesco Der Spiegel nella sua edizione online. Secondo il periodico, che attribuisce l'indiscrezione a fonti vicine ai negoziati, una lettera d'intenti per l'operazione verrà firmata martedì prossimo. Ma la trattativa dovrebbe essere condotta in alternativa alla partita Chrysler. Il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, ha già detto al settimanale che si opporrà all'operazione con Fiat. Anche lo Spiegel, come il quotidiano tedesco Rheinische Post, scrive che allo stesso tempo sono in corso trattative con un consorzio al quale partecipa il produttore di componenti d'auto austriaco-canadese Magna. Questa soluzione sarebbe preferita dal management Opel e dal consiglio di fabbrica. Sono di diverso parere, invece, il management della casa madre General Motors e il ministero tedesco dell'Economia, che preferirebbero - scrive lo Spiegel - una "soluzione più rapida" con la Fiat. In particolare, Franz ha detto di temere "forti riduzioni dell'organico e chiusure degli stabilimenti in Germania".

LA TRIMESTRALE - Intanto, il gruppo Fiat ha chiuso in rosso il primo trimestre dell'anno. Nel primo periodo fiscale del 2009 la perdita netta è stata di 411 milioni di euro a fronte di un utile netto di 427 milioni di euro nel primo trimestre 2008. Per quanto riguarda la gestione ordinaria la perdita è stata pari a 48 milioni di euro a fronte di un utile di 766 milioni di euro nello stesso periodo del 2008. I ricavi del gruppo Fiat, pari a 11,3 miliardi di euro, sono scesi del 25,3% rispetto al primo trimestre 2008, con volumi in calo in tutti i business.

STIME CONFERMATE - Il gruppo Fiat ha comunque confermato le stime per il 2009 e si attende un utile della gestione ordinaria di almeno un miliardo di euro per l'anno. La società si attende infatti un miglioramento graduale della domanda nel resto dell'anno. I risultati sono stati approvati dal consiglio di amministrazione, riunito a Torino sotto la presidenza di Luca Cordero di Montezemolo. Secondo fonti d'agenzia, il consiglio avrebbe accolto con soddisfazione i risultati del primo trimestre "migliori" delle previsioni degli analisti e raggiunti con un "incisivo taglio dei costi", come riportano fonti d'agenzia. La Fiat prevede nel 2009 un calo della domanda globale dei propri prodotti del 20% circa rispetto all'anno scorso.

AUTO - Per quanto riguarda la Fiat Group Automobiles - ovvero la divisione auto - ha registrato una perdita della gestione ordinaria di 30 milioni di euro dovuta ai minori volumi, in particolare nei primi due mesi del trimestre, "parzialmente compensati - spiega una nota - da significative azioni di contenimento dei costi". I ricavi di Fiat Auto sono ammontati a 5,6 miliardi di euro (-18%), con un totale di 464.600 vetture e veicoli commerciali leggeri consegnati (-17,6% rispetto al primo trimestre 2008). Il trend della domanda è migliorato durante il trimestre, specialmente a marzo dopo l'introduzione, in diversi paesi dell'Europa Occidentale e in Brasile, di incentivi fiscali e alla rottamazione. Con i suoi prodotti dai consumi ridotti e a basso impatto ambientale, Fiat ha guadagnato quote di mercato in Germania (al 5,5% dal 3,3%), Francia (al 4,7% dal 4,0%) e in Italia (al 32,2% dal 31,1%). Fiat si conferma leader di mercato in Brasile.

INDEBITAMENTO - L'indebitamento netto industriale del gruppo Fiat è salito, nel primo trimestre, a 6,6 miliardi di euro dai 5,9 miliardi di euro di fine 2008, con un assorbimento di cassa più che dimezzato rispetto al primo trimestre 2008 (da 1,5 miliardi di euro a 0,6 miliardi di euro). La liquidità è aumentata a 5,1 miliardi di euro dai 3,9 miliardi di euro di fine 2008.

23 aprile 2009(ultima modifica: 24 aprile 2009)

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-04-26

Dopo quelli canadesi, Marchionne convince i sindacati statunitensi

Buste paga più vicine ai colleghi della Toyota. Geithner prepara il "Chapter 11"

Tagli per 400 milioni di dollari

sì dei sindacati Chrysler a Fiat

di SALVATORE TROPEA

Tagli per 400 milioni di dollari sì dei sindacati Chrysler a Fiat

Sergio Marchionne

TORINO - Disco verde dei sindacati e cambio di tavolo per Sergio Marchionne i cui interlocutori, dislocati questa volta tra Washington e New York, da oggi sono le banche. Dopo la firma dei sindacati canadesi della Caw per settimane fermi su una linea di intransigenza, ieri anche con i loro colleghi americani della Uaw è stato raggiunto un accordo. Ora la strada verso l'intesa con Chrysler ha un ostacolo in meno ma non è ancora in discesa. Anche perché gli uomini del Lingotto si trovano impegnati in un negoziato a due ma con un terzo ospite a tavola che è più che un convitato di pietra e la cui irruzione ha già creato qualche problema al di qua dell'Atlantico tra Italia e Germania.

Se le Fiat avesse dovuto trattare solo per l'alleanza con Chrysler le possibilità di successo sarebbero oggi molto alte, ma da quando in gioco è entrata anche la Gm con la Opel, la partita è diventata più complessa e Barack Obama dovrà esercitare, direttamente o indirettamente, tutta la sua autorità se vuole fare entrare nell'annuncio alla nazione di mercoledì prossimo un accordo equivalente al salvataggio della più piccola delle big three americane dell'auto. In questa prospettiva, l'amministrazione resta concentrata su Chrysler, ma come ha ricordato un suo rappresentante, "in una trattativa complessa come questa, non deve sorprendere il fatto che si stiano prendendo in considerazioni alternative".

L'accordo con il sindacato canadese, che è stato il più duro nei giorni scorsi, è stato raggiunto nella notte di sabato su ieri. Sempre che in settimana lo approvino gli 8 mila lavoratori delle tre fabbriche Chrysler in Canada, esso dovrebbe permettere alla casa di Detroit di risparmiare fino a 200 milioni di dollari Usa all'anno di minori costi col taglio di "benefits" e dunque fuori dalla busta paga di cui i lavoratori sinora hanno goduto.

Per il presidente del Caw, Ken Livenza, il "sacrificio" dei dipendenti equivarrebbe a quaranta minuti di lavoro non remunerati al giorno. "Per quel che ci riguarda" ha detto "abbiamo fatto la nostra parte: abbiamo rispettato l'obiettivo dei costi non solo stringendo la cinghia, ma anche incrementando la produttività". Alle 13, ora americana di ieri, anche i sindacati della Union Auto Worker, hanno accolto le proposte dell'azienda che, attraverso una riduzione del costo del lavoro all'incirca di 19 dollari all'ora (si ridimensiona così lo scarto con gli addetti delle fabbriche di Toyota in Usa) e una ristrutturazione del fondo pensioni, consentiranno di risparmiare altri 200 milioni di dollari all'anno.

Intanto c'è attesa a Washington per la nuova offerta con la quale i creditori intendono rispondere all'ultima proposta del Tesoro americano basata su 1,5 miliardi di dollari più un 5 per cento della Chrysler ristrutturata. Come si ricorderà i creditori si erano detti disponibili a mantenere 4,5 miliardi di debito ristrutturando quindi il 35 per cento in cambio di una quota del 40 per cento della nuova società. Non c'è ancora una soluzione su questo punto sul quale si avvertirà l'effetto riflesso dell'operazione Opel.

Le ultime notizie che rimbalzano dagli Usa lasciano intendere, come ha scritto nel suo sito il New York Times, che il Tesoro americano starebbe preparando per Chrysler un Chapter 11, ovvero una bancarotta pilotata, che pur entrando subito in vigore, non dovrebbe ostacolare l'alleanza con Fiat. Come dire che l'accordo potrebbe essere sottoscritto con uno dei contraenti in regime di amministrazione controllata. Una scelta che però non piace alla Fiat i cui negoziatori ritengono possa trattarsi di tattica da parte delle banche o almeno di alcune di esse.

(26 aprile 2009)

 

 

 

 

 

 

 

2009-04-25

L'accordo con le organizzazioni canadesi toglie di mezzo un pezzo del problema

Ora resta tutta la questione delle banche. Termine per l'intesa è il 30 aprile

Fiat-Chrysler, ok dai sindacati

Barroso (Ue): "Imparziali sull'Opel"

Dopo la polemica di Verheugen, il ministro dell'economia pone dei paletti

ma è pronto a "valutare attentamente" il piano industriale della casa torinese

di PAOLO GRISERI

Fiat-Chrysler, ok dai sindacati Barroso (Ue): "Imparziali sull'Opel"

I simboli di Fiat e Opel

TORINO - I sindacati canadesi danno il via libera all'alleanza Fiat-Chrysler e il presidente della Commissione Ue, Barroso, sembra prendere le distanze dal commissario Verheugen e dichiara l'imparzialità dell'Unione sulla vicenda Opel. Nello stesso tempo il ministro tedesco dell'industria apre di fatto la trattativa con il Lingotto sulla casa tedesca. Sono le tre novità di una giornata ancora caratterizzata della polemiche tra Italia e Germania dopo che ieri il commissario europeo Verheugen (numero due di Bruxelles) aveva attaccato la Fiat sostenendo che non ha i soldi "per condurre contemporaneamente le operazioni Chrysler e Opel".

Barroso imparziale. Il portavoce della Commissione europea, Joannes Leitenberger, afferma che "il presidente della Commissione Manuel Barroso, garantisce un approccio collegiale e rigoroso" al dossier sulla vendita della Opel. "Esamineremo tutte le proposte - dice Leintenberger - in modo obiettivo e imparziale". Intanto il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung sostiene che il management di Opel sarrebe favorevole ad accogliere la proposta di acquisto presentata dagli austro-canadesi di Magna.

I paletti tedeschi. In una intervista allo Spiegel in edicola lunedì prossimo (anticipata oggi) il ministro dell'economia Karl-Theodor zu Guttenberg dice che il suo governo "valuterà attentamente anche il piano industriale della Fiat per un eventuale acquisto di Opel per vedere quanti siti e posti di lavoro possono essere mantenuti". Il ministro conferma che sul ramo europeo della Gm c'è anche l'interesse del gruppo austro canadese Magna e spiega che "qualsiasi investitore dovrà rafforzare la Opel in Germania. Chi vuole tagliare posti e chiudere impianti non è un partner adatto".

Il sì dei sindacati. Accordo nella notte tra Chrysler e i sindacati canadesi, nuovo passo verso il via libera all'accordo con Fiat. I lavoratori degli stabilimenti del Canada rinunciano a benefit per un risparmio totale di 240 milioni di dollari all'anno. Ora rimane da sciogliere il nodo delle banche. Gli istituti vantano crediti per 7 miliardi di dollari e si sono visti proporre il pagamento di un solo miliardo. Il termine ultimo per raggiungere l'accordo con Fiat è fissato al 30 aprile. Ma già il 29 in un discorso alla nazione, Barak Obama farà capire se ci sono le condizioni per l'alleanza.

La polemica con la Germania. Prosegue anche il 25 aprile la guerra diplomatica tra Italia e Germania scatenata dalle dichiarazioni del commissario europeo tedesco Guenter Verheugen. "Un infortunio", lo definisce il ministro dell'industria Scajola aggiungendo: "Incontrerò Verheugen il 21 maggio. Magari per quella data non sarà chiuso solo l'accordo con Chrysler ma anche qualcos'altro". Per il ministro delle politiche comunitarie Andrea Ronchi "le parole di Verheugen sono di inaudita gravità" e "frutto di un pregiudizio anti-italiano, un pregiudizio culturalmente di sinistra, che si aggira per l'Europa".

(25 aprile 2009)

 

 

 

 

 

2009-04-24

Il commissario europeo all'Industria: "La fabbrica torinese altamente indebitata"

Frattini: "Inaccettabile interferenza". Marchionne: "Una sentenza di morte"

Fiat: "Nessuna offerta per Opel"

Scontro Roma-Bruxelles

Dura la replica della Confindustria: "Distrugge l'Europa". Poi la frenata del commissario

Fiat: "Nessuna offerta per Opel" Scontro Roma-Bruxelles

L'a.d. della Fiat Marchionne con il presidente Luca Cordero di Montezemolo

MILANO - E' scontro Roma-Bruxelles dopo le polemiche dichiarazioni del commissario Ue all'Industria Guenter Verheugen che, in un'intervista a una radio tedesca, ha definito la Fiat un gruppo "altamente indebitato" e si è chiesto polemicamente dove il Lingotto "trovi i soldi" per portare avanti le operazioni Chrysler e Opel.

"Nessuna offerta per l'aquisto Opel". Anche se Fiat si è affrettata a dichiarare che "non ha al momento predisposto alcuna offerta per l'acquisizione di quote di partecipazione in Opel", il ministro degli Esteri Franco Frattini ha accusato Verheugen di esercitare "un'interferenza nelle scelte industriali di soggetti privati, tanto più inaccettabile in quanto una delle aziende in questione è della stessa nazionalità del commissario". Critico anche il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, che ha giudicato le parole del commissario Ue "inaccettabili e del tutto fuori luogo".

Marchionne: "Sentenza di morte". Altrettanto indignata la replica di Sergio Marchionne, ad della Fiat: "Dal commissario responsabile per l'impresa e l'industria mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull'industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere. Credevo - ha aggiunto Marchionne - che il suo ruolo a Bruxelles fosse chiaramente super partes".

Confindustria: "Fuori luogo". Dura anche le parole del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: "Credo sia un atteggiamento grave e fuori luogo che, in un certo senso, distrugge l'Europa". Per il leader degli industriali quello di Verheugen è un atteggiamento grave, "uno dei quei casi in cui alle dichiarazioni altisonanti contro il protezionismo corrispondono atteggiamenti che proteggono le aziende del proprio paese".

Frena il commissario. Poi la frenata del commissario Ue. Il portavoce ha affermato che Verheugen non intendeva essere scortese nei confronti della Fiat, ma solo dire che servono più informazioni. "E' presto per giudicare, servono maggiori informazioni sull'operazione. Opel e Chrysler hanno bisogno di partner forti".

I dubbi di Berlino. La diffidenza di Verheugen sembra però essere condivisa dal governo tedesco. Un portavoce del ministero dell'Economia ha annunciato infatti che Berlino chiederà alla Fiat e ai potenziali investitori nella Opel di formulare progetti con forti prospettive future e condizionerà a questo il suo possibile appoggio all'ingresso nella controllata di General Motors. Il portavoce del governo ha detto in proposito che da tempo ci sono contatti con investitori sia strategici sia finanziari.

"Chrysler chiede amministrazione controllata". E intanto Chrysler, secondo indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal, farà ricorso al Chapter 11, che di fatto corrisponde all'amministrazione controllata, in un'operazione che avverrà probabilmente già dalla prossima settimana (il 30 aprile scade l'ultimatum del presidente Obama per la concessione dei contributi pubblici). Secondo quanto riportato dal quaotidiano, che cita persone vicine alle due società, il ricorso alla protezione dai creditori avverrà a prescindere dall'accordo con Fiat.

(24 aprile 2009)

 

 

 

 

Il Lingotto tiene separati i due dossier

Giù del 46 per cento il debito di Detroit

Chrysler, verso il sì dei sindacati

ora braccio di ferro con le banche

Mercoledì annuncio di Obama, ma Gm entra nella partita

di SALVATORE TROPEA

Chrysler, verso il sì dei sindacati ora braccio di ferro con le banche

L'ad Fiat, Marchionne (sinistra) con il commissario Ue, il tedesco Verheugen

TORINO - Uno scontro tra Italia e Germania, sul futuro della Opel e sul risiko delle alleanze mondiali dell'auto. Il vertice dell'Unione Europea, a sorpresa, si è diviso sulla prospettiva che la Fiat, dopo Chrysler, si possa annettere anche la casa tedesca.

Una incauta presa di posizione contro questa operazione del commissario all'Industria di Bruxelles, Guenter Verheugen, scatena le reazioni italiane sui fronti della politica, degli imprenditori e, naturalmente, della Fiat. Dunque, quella che fino a qualche giorno fa sembrava una partita tra Torino e Detroit ha assunto improvvisamente le caratteristiche di un confronto tra Bruxelles e Washington sulla "rivoluzione" destinata a ridisegnare la mappa dell'industria mondiale dell'automobile. Al centro la Fiat con Chrysler e Gm, intorno tutti gli altri a guardare non proprio in maniera disinteressata.

Quando ormai si deve dare per superato lo scoglio dei sindacati canadesi e americani e la situazione sembra essersi sbloccata, e con l'attenzione concentrata sullo scontro tra il Tesoro Usa e le banche creditrici, pronte a tagliare le loro pretese del 46%, l'irruzione sulla scena del negoziato tra Fiat e Chrysler di un altro protagonista chiamato General Motors sembra destinato a rimescolare le carte. "Prima chiudiamo il capitolo Chrysler" continua a ripetere il Lingotto, ma ormai appare chiaro che la grande partita mondiale dell'automobile si giocherà a tre: la posta in gioco è la nascita di un colosso da oltre 7 milioni di vetture all'anno, secondo solo alla Toyota. Ma la strada è cosparsa di ostacoli soprattutto se i torinesi non riusciranno, come dicono di voler fare, a tenere distinti i due dossier. E non è escluso che a dirimere la questione debba essere alla fine la Casa Bianca.

Barack Obama ha fatto sapere che il 29 aprile farà un annuncio alla nazione. Negli Stati Uniti, dove ieri è tornato Sergio Marchionne, in molti sono convinti che la questione Chrysler possa essere uno dei suoi argomenti, tanto più che a quel punto mancheranno poche ore allo scadere del termine fissato per chiudere positivamente il negoziato. Il Lingotto nega che sia stato sinora formalizzata una sua proposta sulla Opel. Il che non vuol dire disinteresse. Ma i tempi sarebbero comunque più lunghi. In gioco ci sono la Opel e la Vauxhall anche se risulterà difficile staccarle dalla casa madre. "Come provare a separare un uovo da una omelette" ha commentato un dirigente.

Ma l'operazione Opel seguirà all'accordo con Chrysler o incrocerà con questo al punto da condizionarlo e farsi condizionare? Il Wall Street Journal continua a rilanciare l'ipotesi della bancarotta pilotata. Secondo il quotidiano newyorkese il ricorso al Chapter 11 e il conseguente spacchettamento di Chrysler consentirebbe a Fiat di "scegliersi le parti più redditizie e appetitose della casa automobilistica". A Torino però non ne vogliono sentir parlare e insistono col dire che l'unico ostacolo sono i sindacati e le banche dopodiché l'intesa si può raggiungere nei termini fissati all'origine, per dire nella versione "benedetta" dal giudizio favorevole di Obama.

Dopo il round di trattative di ieri tra Washington, Detroit e Toronto, il confronto con i sindacati, sia americani che canadesi, avrebbe trovato o starebbe per trovare uno sbocco positivo. I rappresentanti della Caw e della Uaw avrebbero ridimensionato le loro pretese in materia salariale accettando di ridurre sensibilmente il gap del costo orario tra i lavoratori Chrysler e i loro colleghi delle fabbriche giapponesi in America (la richiesta era di un taglio di 19 dollari). Ma sulla strada dell'accordo finale restano ancora le banche che insistono per il fallimento e lo "spezzatino", anche se nel mondo globale dell'auto soldi per acquistare eventuali asset non ce ne sono. La "rituale" triangolazione tra istituti di credito, governo americano e Fiat, sarà il passaggio della prossima settimana. "Ed è evidente che l'interesse dei primi è quello di tirare lungo per accomunare il caso Chrysler a quello Gm" commenta una fonte vicina al negoziato di Washington.

(25 aprile 2009)

 

L'UNITA'

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2009-04-24

Fiat e governo contro il commissario Ue

"Mi chiedo dove questa società altamente indebitata trovi i mezzi per portare avanti allo stesso tempo due operazioni di questo genere": la società in questione è la Fiat; le operazioni si riferiscono a Opel e Chrysler; chi parla è il Commissario all'Industria, Guenter Verheugen.

La frase è stata pronunciata ai microfoni della radio bavarese Bayerischen Rundfunk e ha scatenato una bufera. Non solo tra la Fiat e Bruxelles. Poche ore dopo l'intervista, sono arrivate anche le critiche di diversi ministri del governo italiano e anche Confindustria è scesa in campo per bacchettare il Commissario. Se Verheugen ha anche espresso un "senso di sorpresa" di fronte ai presunti piani del Lingotto, sottolineando che la Fiat è un concorrente diretto della Opel ed "è un costruttore d'auto europeo che non gode della salute migliore", dall'altra l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha ribattuto di essere "stupito dal tono e dal contenuto delle dichiarazioni" del Commissario europeo.

Ma Marchionne, in arrivo negli Usa per cercare di chiudere l'alleanza con la Chrysler, non si è fermato qui: da Verheugen "mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull'industria invece di lanciare sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere".

Il portavoce del Commissario Ue ha cercato nel pomeriggio di smorzare i toni della polemica, ma il danno era ormai fatto.

"Viva sorpresa" per le dichiarazioni del Commissario Ue è arrivata infatti dal ministro degli Esteri Franco Frattini, il quale ha definito le parole di Verheugen "un' interferenza nelle scelte industriali di soggetti privati, tanto più inaccettabile in quanto una delle aziende in questione è della stessa nazionalità del vice presidente della Commissione".

Sulle questioni di carattere economico-industriale, ha quindi sottolineato, "valgono le regole uguali per tutti del mercato unico e della concorrenza". Il ministro degli Esteri si è augurato inoltre che il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Durao Barroso, "vorrà smentire" le "improprie dichiarazioni" del suo vice e commissario all'Industria. Per il momento, da Bruxelles è arrivato solo un tentativo del portavoce di Verheugen di ammorbidire la posizione del Commissario. Questi, ha detto, non è "contrario" a un possibile interesse di Fiat per Opel, ma "esistono ancora troppe questioni aperte". E poi: "Nessun intento di essere poco cortesi...".

Troppo tardi, deve aver pensato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. "Non conosco il dossier, ma so che se la parola è d'argento il silenzio è d'oro", ha detto da Washington a chi gli chiedeva un commento sulla polemica. Sono stati più diretti, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, quello per le Politiche europee, Andrea Ronchi, e il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Quest'ultima, da Santa Margherita di Pula, ha definito quello di Verheugen "un atteggiamento grave, che in un certo senso distrugge l'Europa".

Da parte sua, Ronchi ha parlato di "atteggiamento di un' estrema gravità" e "intromissione assolutamente indebita", mentre Scajola - da Sofia - ha definito "inaccettabili e del tutto fuori luogo", le dichiarazioni del Commissario europeo. Per il momento, comunque, come ha reso noto la stessa Fiat nel pomeriggio, non c'è "alcuna offerta per l'acquisizione di quote di partecipazione

in Opel". Lo stesso Marchionne, secondo quanto ha riferito il segretario generale della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, ha spiegato durante un incontro con i sindacati che "non è in corso una trattativa con la Opel e che non ci sarà alcuna lettera d'intenti martedì", come scriveva ieri lo Spiegel online.

Resta il fatto, che ci sono "ci sono varie società interessate (alla Opel) che stanno parlando con la società", ha detto oggi un portavoce del governo tedesco, sottolineando che Berlino punta a "mantenere la forza economica" della Opel in Germania.

24 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-04-25

Fiat-Opel, Barroso chiarisce: "Ue valuterà ogni dossier"

25 aprile 2009

"Ogni via deve essere esaminata in maniera aperta e costruttiva". Johannes Laitenberger, portavoce del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso è intervenuto per chiarire la posizione dell'esecutivo comunitario sulla questione Fiat-Opel, sulla quale era ieri entrato a gamba tesa il commissario all'Industria, Gunter Verheugen, sollevando accese polemiche.

"Durante tutto il suo mandato la Commissione, cosciente dell'importanza economica e sociale dell'industria automobilistica in Europa - ha sottolineato il portavoce di Barroso - si è impegnata in favore dell'avvenire di questa industria. C'è un consenso all'interno del collegio dei commissari che nel momento della crisi economica e finanziaria, tutte le vie verso una soluzione devono essere esaminate in maniera aperta e costruttiva. Naturalmente questo esame riguarda in primo luogo le parti interessate stesse".

Quanto alla Commissione, spiega Laitenberger "essa valuterà tutti i dossier che le saranno eventualmente inviati nel quadro delle sue competenze e funzioni in maniera obiettiva e imparziale. A nome della Commissione il presidente garantisce questo approccio collegiale e rigoroso".

25 aprile 2009

 

 

 

 

2009-04-24

24 aprile 2009

Fiat-Opel, è scontro

tra Italia e Ue per le affermazioni del commissario Verheugen

"Mi sarei aspettato un dialogo costruttivo". L'amministratore delegato del Lingotto replica a una dichiarazione del commissario all'industria Verheugen, che ha chiesto dove saranno trovati i soldi per l'operazione con la controllata di Gm. Frattini esprime sorpresa per l'"interferenza" Ue Chrysler verso l'amministrazione controllata

 

E scotro tra Italia e Ue sul caso del commissario Ue all'industria Guenter Verheugen che in una dichiarazione a una radio tedesca ha definito Fiat un gruppo "altamente indebitato" e si è chiesto polemicamente dove il Lingotto "trovi i soldi" per portare aventi le operazioni Chrysler e Opel.

Il vice presidente della commissione Ue ha detto alla radio bavarese che "il mio primo sentimento è di sorpresa. Fiat, è un concorrente di Opel e non è precisamente il costruttore automobilistico europeo che va meglio. Mi chiedo - ha proseguito - dove prenderà i soldi un'impresa altamente indebitata per far fronte a due operazioni come queste". Secondo quanto riportato dalla stampa, il Lingotto punterebbe ad aggiudicarsi non solo Chrysler ma anche una quota di Opel, divisione di General Motors, nel tentativo di incrementare le sue vendite globali con una integrazione a tre.

Poco dopo un portavoce di Verheugen ha rettificato, sostenendo che il commissario Ue all'Industria non è contrario all'operazione Fiat-Gm, ma sottolinea che è troppo presto per giudicarla perché ci sono troppe questioni aperte. "Il commissario non avversa l'operazione - ha spiegato Ton Van Lierop - ma ci sono ancora troppe questioni aperte e dobbiamo saperne di più, è troppo presto per giudicare. Certo è che Gm è un partner molto forte".

Immediata la reazione del gruppo italiano. "Dal Commissario responsabile per l'Impresa e l'Industria - ha detto amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne - mi sarei aspettato un dialogo costruttivo con i produttori europei per risolvere i problemi che stanno impattando negativamente sull'industria invece di sentenze di morte, scegliendo unilateralmente chi debba sopravvivere".

Governo e forze politiche unanimi nel criticare le affermazioni de commissario Ue

"Viva sorpresa" per le dichiarazioni del Commissario Ue Guenter Verheugen sulla

vicenda di un possibile interessamento da parte della Fiat per la Opel è stata espressa dal ministro degli Esteri Franco Frattini, che giudica le parole di Verheugen "un'interferenza nelle scelte industriali di soggetti privati, tanto più inaccettabile in quanto una delle aziende in questione è della stessa nazionalità del vice presidente della Commissione".

 

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti replica: "Non conosco il dossier, ma so che se la parola è d'argento il silenzio è d'oro". Il ministro italiano ha tenuto ha ribadire le considerazioni positive al termine dell'incontro avuto con il suo omologo canadese. "Il Canada vede l'accordo con grande favore. Piuttosto - ha aggiunto - se un tempo si diceva che le auto andavano messe in moto a spinta, si potrebbe dire che adesso sono le auto italiane che danno la spinta"

il Ministro dello Sviluppo economico Claudo Scajola, invece espriem un palese disappunto. "Capisco che per un politico tedesco può essere fastidioso dover accettare l'aiuto di un'impresa italiana come Fiat per salvare un'impresa tedesco-americana come Opel, ma le dichiarazioni del Commissario europeo Verheugen, sia pure corrette dal suo portavoce, sono inaccettabili e del tutto fuori luogo: non spetta a un commissario europeo intervenire sulle trattative in corso tra aziende di due Paesi membri. Se, come spero -ha proseguito il Ministro Scajola- queste trattative avranno esito positivo, la Commissione potrá valutare l'eventuale accordo nell'ambito delle sue competenze. Sino ad allora Verheugen si astenga da giudizi avventati".

 

"Parole inopportune e sconcertanti. Da un Commissario europeo mi sarei aspettato invece parole di incoraggiamento alla Fiat. Chi davvero ha a cuore la sorte di migliaia di lavoratori e vuole agire per uscire dalla crisi, non può infatti che augurarsi che il progetto Fiat di dare vita ad un grande gruppo automobilistico mondiale abbia successo". Così Piero Fassino ha commentato le valutazioni espresse dal Commissario europeo all'industria Verheugen sulle strategie Fiat. "Dalla Commissione Europea - ha aggiunto Fassino - tutti ci attendiamo non giudizi superficiali, ma che metta in campo le politiche e le misure necessarie alle imprese e ai loro processi di riorganizzazione".

I radicali invece sostengono che il commissario Ue ha posto una questione condivisbile. "Indipendentemente dalle ragioni per le quali sono state pronunciate, le domande che oggi il Commissario europeo all'Industria, Verheugen, si è posto, sono quelle che potrebbe legittimamente farsi ogni cittadino europeo. Fiat già non riesce a gestire tre marchi italiani, come potrebbe riuscire a gestire un marchio come Opel, che insiste nel suo stesso segmento di mercato?". È quanto sostiene in una nota Michele De Lucia, tesoriere di Radicali italiani.

"Non sorprenda però il coro di difensori della Fiat, da Frattini alla Marcegaglia: nel nostro Paese la Fiat è stata abituata anche a ricevere un mucchio di regalo, dall'Alfa Romeo alla Cassa integrazione alla mobilitá ai prepensionamenti, passando per le rottamazioni, senza che mai nessuno -tranne i radicali- sollevasse alcuna obiezione", continua De Lucia. "Semmai una domanda ci sarebbe anche per Verheugen: perchè la Commissione europea non si è mai occupata davvero del caso Fiat?", conclude De Lucia.

Intanto procedono su tutti i fronti le trattative che vedono Fiat protagonista. Il Governo tedesco ha fatto sapere che chiederà al Lingotto e ai potenziali investitori nella Opel di formulare progetti con forti prospettive future e condizionerà a questo il suo possibile appoggio all'ingresso nella controllata di General Motors. Un portavoce ha aggiunto in proposito che ad esprimere interesse per la casa di Ruesselsheim sono stati investitori sia strategici sia finanziari e che "i colloqui vanno avanti".

Quanto a Chrysler, oggetto primario dell'interesse di Fiat, almeno in termini di prcedenza nell'evoluzione dei fatti, starebbe per fare ricorso al Chapter 11 della legge fallimentare Usa, che di fatto corrisponde all'amministrazione controllata, in un'operazione che avverrà probabilmente già dalla prossima settimana. Secondo quanto riportato dall'edizione odierna del Wall Street Journal, che cita persone vicine alle due società, il ricorso alla protezione dai creditori avverrà a prescindere dall'accordo con Fiat.

 

 

 

 

Fiat: al momento nessuna offerta per acquisizione quote Opel

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"Fiat, fatto salvo quanto già comunicato relativamente all'alleanza strategica con Chrysler, non ha al momento predisposto alcuna offerta per l'acquisizione di quote di partecipazione in Opel". Lo precisa, in una nota, il Lingotto, su richiesta di Consob, in relazione alle notizie di stampa pubblicate oggi.

"È peraltro noto - si legge nel comunicato - che nell'attuale contesto competitivo la società, così come gli altri concorrenti, esamina, nel normale andamento della gestione, ogni opportunità delle più varie forme di accordi per ottenere sinergie produttive ed accedere a nuovi mercati".

 

 

 

 

 

Chrysler, Obama: "lavoriamo su tutte le eventualità"

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24 aprile 2009

"Dai nostri archivi"

Fiat-Chrysler, Montezemolo: "Non escludiamo altre alleanze"

L'ultimatum di Obama: un mese a Chrysler per allearsi con Fiat

Auto: Obama, "Chrysler e Gm non hanno fatto ancora abbastanza"

Obama pensa a una task force per rilanciare il settore auto

Bad bank e nazionalizzazione?Allo studio la soluzione alla crisi

La Casa Bianca ha reso noto che l'opzione di un ricorso al Chapter 11 da parte di Chrysler non è stata decisa in via definitiva e che l'amministrazione di Obama sta lavorando 24 ore al giorno per esaminare "tutte le eventualità" per l'azienda Usa. "Questa amministrazione sta continuando e continuerà a considerare ogni eventualità - ha detto il portavoce Robert Gibbs, nel corso di una conferenza stampa - Dunque quanto leggete nei giornali non è necessariamente un fatto compiuto".

Gibbs, stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa Dow Jones, ha continuato sottolineando che "il presidente (Usa), la sua task force sul settore delle auto e tutti gli azionisti lavorano 24 ore al giorno per arrivare a un accordo che protegga i posti di lavoro di Chrysler".Dunque, "È questo il motivo per cui sono sicuro che continueranno a lavorare nell'arco dell'intero fine settimana".

24 aprile 2009

 

 

 

 

 

 

Fiat-Opel, le sinergie all'ombra del fallito matrimonio con Gm

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Prende corpo il salvataggio di Opel da parte di Fiat. Lo confermano i sindacati della casa del Lampo e ambienti industriali tedeschi, mentre aumenta la confusione su quale sarà l'assetto geopolitico del mondo delle quattro ruote tra fusioni e alleanze industriali che sull'onda della crisi stanno spingendo l'acceleratore delle aggregazioni tra grandi case. Del resto Marchionne, il numero uno del Lingotto, lo aveva detto a chiare lettere che Fiat non poteva stare da sola. Ed ecco che dopo il tentativo, ancora in corso, con Chrysler, la casa italiana punta alla tedesca Opel, marchio di punta di General Motors Europe che nel Vecchio continente è presente con Vauhxall (la "Opel" inglese) e con la svedese Saab, in forte difficoltà, e con Chevrolet che commercializza vetture coreane ex-Daewoo.

Ed è un'operazione che ha il sapore di una curiosa nemesi storica, visto il fallito matrimonio con la casa di Detroit che ora è sull'orlo di una quasi inevitabile bancarotta. Ma come in ogni divorzio che si rispetti restano sempre degli strascichi. E i figli delle nozze tra Torino e Detroit sono ancora un pezzo importante dell'industria dell'auto europea.

Ad esempio, la Fiat Punto e la Opel Corsa sono strettamente imparentate. Furono sviluppate congiuntamente e dunque il pianale è il medesimo così come il MultiJet da 1.300 cc che gira sotto il cofano delle versioni Diesel. Stesso motore e piattaforma (derivata da Punto/corsa) anche per le piccole monovolume Opel Agila, Fiat Idea e Lancia Musa. La Fiat Croma, invece, origina dalla Opel Signum e pur rinnovata con un restyling resta una vettura concepita all'inizio del decennio.

Fin qui le macrosinergie tra i due ex alleati, ma soprattutto va ricordato che, attraverso PowerTrain, Opel, ma anche Saab, utilizza turbodiesel di origine Fiat anche in modelli recentissimi come la Opel Insignia che monta una variante del classico 1910 cc MultiJet, un vero best seller della tecnologia common rail torinese.

Ma a cosa potrebbe servire un'operazione del genere, ferma restando la grande sovrapponibilità della gamme? Potrebbe certo tornare utile per ampliare il proprio peso in Europa. Il gruppo Fiat, infatti, è, e resta, legato prevalentemente al mercato domestico ma il senso dell'operazione potrebbe essere ben più ampio.

Opel produce auto eccellenti dal punto di vista tecnico e costruttivo ma, quanto meno nei modelli degli ultimi anni, carenti nel design fatta eccezione per la nuova Insignia. La nuova grande Opel sta diventando una vera reginetta di bellezza, in un'area di mercato dove il gruppo Fiat e scarsamente competitivo e dove schiera la non più fresca Croma che certo non può vedersela ad armi pari con Volkswagen Passat o Ford Mondeo. Per competere in un mercato difficile come l'attuale Fiat deve crescere di peso e andare a coprire aree fin ora trascurate. L'ingresso in Opel potrebbe puntellare l'offerta della casa italiana deficitaria anche nello strategico settore delle medie con carrozzeria wagon, dove non produce prodotti di peso (solo la vecchia Stilo Wagon) in grado di scontrarsi con mostri sacri del mercato europeo come la Ford Focus station wagon o la Opel Astra Sw. E, per rimanere nello stesso segmento, anche la Bravo non ha, anche a causa di una limitata capacità produttiva, un peso significativo nello scacchiere Europeo. Fiat inoltre è carente nell'importante scacchiere dei monovolume di taglia media e qui Opel schiera la Zafira, uno dei grandi successi del marchio tedesco.

Un eventuale asse Torino- Russelsheim potrebbe dunque non essere privo di senso e, anzi, darebbe alla Fiat una maggiore capacità produttiva e una superiore potenza commerciale a livello di prodotti. Del resto anche l'operazione Chrysler, ancora in corso e che potrebbe portare a un'integrazione a tre, non verte tanto nell'improbabile e molto mediatica idea di portare la 500 negli Usa quanto piuttosto espandere, grazie a Jeep, l'offerta in quella che, volenti o nolenti, rappresenta un settore cruciale dell'industria dell'automobile: quello dei Suv e dei fuoristrada. Un'area, questa dove Fiat esibisce un vuoto pressoché pneumatico visto che schiera solo la Sedici, clone della Suzuki SX e ulteriore figlio del matrimonio fallito con Gm, nonché l'Iveco campagnola che però è più un veicolo militare e un fuoristrada puro che un Suv. E il mercato chiede, si veda il successo della Nissan Qashqai o della Ford Kuga, sempre più sport utility di taglia urbana e prezzo accessibile.

Sta dunque per cambiare la mappa dell'auto e Fiat si trova al centro di un complesso intreccio. Con Ford ha un rapporto importante: la Ka esce dalla fabbrica polacca dove viene costruita la gemella Fiat 500 e la Panda, vettura che offre piattaforma e motorizzazione e entrambe le utilitarie. Con Psa Peugeot-Citroën Fiat invece è alleata sul fronte dei veicoli commerciale e dei grandi monovolume. E lo stesso gruppo transalpino, a sua volta, è alleato con Ford nel settore strategico dei diesel common rail. Insomma il quadro si complica e il balletto degli accordi è appena agli inizi. C'è solo da sperare che dalla crisi non nascono solo auto in fotocopia.

 

 

 

 

 

 

23 aprile 2009

Marchionne: Fiat può salire fino al 51% di Chrysler Opel è un'opportunità

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Fiat può salire al 51% nel capitale della Chrysler, mentre i colloqui con Opel possono essere una buona opportunità. È la posizione dell'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, espressa agli analisti nella conference call. Il contributo di asset strategici di Fiat in Chrysler, ha detto Marchionne, permetterà al Lingotto di salire inizialmente del 20% nella casa americana per passare al 35% "al raggiungimento di determinati obiettivi". La casa di Torino possiede inoltre una call option della durata di 7 anni per salire di un altro 16% in Chrysler. Fiat, ha chiarito l'amministratore delegato, non potrà comunque ottenere la maggioranza finché Chrysler non restituirà i prestiti avuti dal Tesoro Usa. Intanto giungono segnali positivi dai sindacati americani e canadesi per la conclusione della trattativa tra Fiat e e la casa di Detroit.

"Proseguiremo nella ricerca di alleanze"

Marchionne ha precisato che il Lingotto vuole proseguire nella sua politica di ricerca di alleanze e conferma di non vedere ostacoli al raggiungimento di un'intesa con Chrysler. Marchionne, rispondendo alle domande degli analisti, è convinto che Fiat porti "sufficiente tecnologia a Chrysler" per avere in cambio una quota del costruttore, pur precisando che Fiat non metterà soldi in Chrysler. "Non ci siamo impegnati a darle cash, a concederle un sostegno finanziario", ha detto l'a.d. del Lingotto.

Opel un'opportunità, ma nulla di stabilito

Un'opportunità per Fiat è rappresentata, ha detto Marchionne in cda, anche da Opel, divisione europea della Gm. "Non devo annunciare niente quanto a Opel, poichè non c'é niente di stabilito. Non abbiamo colloqui diretti con Opel", ha chiarito l'a.d. del Lingotto, pur dicendosi aperto al dialogo con tutti i costruttori. Dopo l'intensa giornata di oggi, Marchionne partirà di nuovo domani per gli Stati Uniti, per riprendere il confronto ancora aperto con la Chrysler. Si tratta del quarto viaggio in Usa dell'amministratore delegato del Lingotto - che si è detto "totalmente focalizzato" per portare a termine l'operazione con Chrysler - in vista della scadenza dell'ultimatum del 30 aprile posto dal presidente Barack Obama per la definizione dell'intesa.

Superata la parte peggiore della crisi

Fiat punta a una quota pari al 9% del mercato in Europa occidentale nel 2009 (+0,8%) rispetto al 2008, in un anno che vedrà, secondo Marchionne, un calo del 10% nel Vecchio Continente. Per l'Italia, Fiat pensa a una quota di mercato pari al 33 per cento. L'a.d. del Lingotto è convinto che il gruppo abbia già visto la parte peggiore del ciclo negativo. La reazione del gruppo torinese, "incredibilmente" positiva per Marchionne, permetterà nel 2009 di superare il miliardo di risultato della gestione ordinaria e i 100 milioni di utile netto.

Non abbandoneremo Cnh e Iveco per sostenere l'auto

Fiat non abbandonerà Cnh o Iveco per sostenere l'auto. "Cnh e Iveco sono asset molto preziosi del gruppo, abbiamo lavorato duramente per portarli a questo livello e sarebbe quindi stupido disfarsene", ha chiarito Marchionne. "La soluzione é altra. Bisogna allearsi (nell'industria dell'auto) e consolidarsi, questo é il modo per avere risultati. Non sacrificare quello che si é ottenuto con tanto lavoro", ha aggiunto l'a.d. di Fiat, che ha anche ipotizzato che Cnh possa guardare a una joint venture se la possibilità di finanziamento sul mercato Abs resterà debole. Prevista una riduzione di organico del 10-15% degli impiegati della società, che sono in tutto circa 10.000. Gli esuberi sono quindi tra 1.000 e 1.500 colletti bianchi degli stabilimenti di tutto il mondo.

(M. Do.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AVVENIRE

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2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA STAMPA

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2009-03-13

 

 

 

 

 

LA GAZZETTA del MEZZOGIORNO

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IL MATTINO

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La GAZZETTA dello SPORT

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CORRIERE dello SPORT

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